venerdì 9 maggio 2008

Peppino Impastato, 30 anni fa

« Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore. »
(Dalla canzone I Cento Passi dei Modena City Ramblers)

Oggi è la prima giornata della memoria dedicata alle vittime del terrorismo, ce lo hanno fatto sapere giornali e tg, trasmettendoci le immagini del Presidente Napolitano che si reca simbolicamente in visita al luogo in cui fu ritrovato, il 9 maggio 1978, il corpo di Aldo Moro.

Oggi ricorre però un altro anniversario, quello dell'assassinio di Peppino Impastato, giornalista, attivista nella lotta alla mafia, un siciliano che amava la sua terra, ne conosceva i problemi e cercava di migliorarla affrontandoli a viso scoperto, faccia a faccia.

E lo fece promuovendo attività culturali, fondando una radio, Radio Aut, in cui metteva alla berlina mafiosi e politici, tra cui figurava "don Tano Seduto", ossia Tano Badalamenti, riconosciuto solo dopo 24 anni come il mandante del suo omicidio, e infine presentandosi alle elezioni che si tennero pochi giorni dopo la sua uccisione.

Molti cercarono di gettare fango sulla sua memoria, parlando di suicidio, e al funerale i compaesani furono pochissimi, ma alle elezioni del 14 maggio Peppino fu eletto consigliere comunale con 260 voti e la lista Democrazia Proletaria, la sua lista, conseguì il 6%: fu la prima volta che gli elettori votarono un morto.

30 anni dopo, c'è ancora chi muore perché dice NO, perché cerca di ribellarsi, in una Sicilia che soffoca e troppo spesso non ricorda.

Fiore di campo nasce
dal grembo della terra nera,
fiore di campo cresce
odoroso di fresca rugiada,
fiore di campo muore
sciogliendo sulla terra
gli umori segreti.

Peppino Impastato

4 commenti:

Sara ha detto...

Bravissima a ricordarlo! Pochi giorni fa leggevo un articolo su La Repubblica sul paese di Peppino. Sembra proprio che non sia cambiato niente. E' una cosa davvero triste.
E dire che anche solo il film I cento passi per me è stupendo... colpisce e muove l'animo.
Sara

maelstrom ha detto...

Una vittima onorata, dovrebbe albergare nei nostri cuori di siciliani come mito cui tendere, per l'impegno e la passione che metteva nella sua lotta quotidiana ai mali di questa terra.

...Dile... ha detto...

...è una di quelle persone che dovrebbero essere sempre ricordate...tanto per smuovere un po' gli animi...
Ma come dimenticare le parole del principe Salina...
"Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare..."

Allora come ora...purtroppo...

Anonimo ha detto...

La mia famiglia. Il mio paese.
Io voglio fottermene.
Voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda.
Io voglio urlare!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Peppino Vive!
Grazie Ppinu!

Tony Messina
(brava a ricordarlo)....