"Progetto" Spazio
Quando studiavo a Vittoria, che distava solo 7 chilometri dal pese in cui abito ci tenevo a sottolineare le differenze linguistiche e sociali che c'erano col mio paesino;
quando sono andata a studiare a Catania ho provato un certo senso di solidarietà e comunione con gli appartenenti alla mia stessa provincia...e in fondo Vittoria non era così lontana come pensavo;
andando oltre lo Stretto vedevo la Sicilia come un'unicum diviso dal resto d'Italia e magari la rivalità tra Catania e Palermo non era una cosa così seria come sembrava stando a Catania;
soggiornando all'estero capita invece di sentirsi rappresentanti dell'intera Italia, senza campanilismi regionali...e anche i lombardi e i veneti, col loro accento a me così antipatico, una volta oltralpe iniziano a starmi simpatici;
stessa aggregazione tra persone provenienti dallo stesso Continente quando ci si trova oltreoceano;
ecco...se il mio ragionamento funziona dal livello più piccolo al livello più grande, dal particolare all'universale, mi chiedo....perché non mandare israeliani e palestinesi, o musulmani e cattolici, o russi e ceceni ( e così via) direttamente su Marte? Lì, di fronte ad un marziano, dovrebbero qualificarsi SOLO e semplicemente come Terrestri, esseri umani appartenenti a quell'angolo di spazio chiamato Terra.
9 commenti:
E' un'ottima proposta, lieve e delicata. Peccato che gli uomini non siano così ricchi di buonsenso come lo sono le tue parole... :-(
uh l'accento lombardo antipatico?
dai siamo solo gente semplice... ;)
spezie
Si si, spedire un pò di questa ciurmaglia dalle teste calde su su per lo spazio per farli sentire finalmente dei fratelli. Credo sia una proposta più coerente di quella pagliacciata di Annapolis. Io proporrei Violetta a capo delle Nazioni Unite. Urrà! :-)
quando parte la navetta??? Vorrei che alcune persone che conosco la prendano pure....
ihihihih hai proprio ragion grande idea. Sembra insensato ma è vero, chissà come si comporterebbero: io ho i miei dubbi!
Vedo che l'idea ha molti proseliti! Ed ecco il mio primo commento dal cellulare!
in effetti un po' fa riflettere, ma un po' di tristezza mette tutto ciò.
Una volta ero ad una cena di lavoro in Giappone. Mi sono ritrovato in un tavolo con un egiziano, un isdraeliano ed un americano. La lontananza da paese natio rendeva tutto più facile. Si è parlato di tutto. Liberamente. E' stato uno di quei momenti che ti fanno riflettere e che ho richiamato a mente leggendo il tuo post.
=>giovanni re: innanzitutto benvenuto!
...a proposito della tua esperienza, questa sensazione diventa tanto più tangibile quanto più lontani si è da "casa".
Uscire dai proprie soliti confini fisici e spaziali forse aiuta ad uscire da quelli mentali...
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