Donne
Semonide di Amorgo nel VII sec a.C. scriveva questa "Invettiva contro le donne"
L’indole della donna Dio la fece diversa.
Una deriva dalla scrofa setosa; la sua casa è una lordura, un caos, la roba rotola per terra. Lei non si lava; veste panni sozzi e stravaccata nel letame ingrassa.
Un’altra Dio la fece dalla volpe matricolata: è quella che sa tutto; non c’è male né bene che le sfugga. Dice, sì, bene al bene e male al male, ma s’adegua agli eventi e si trasmuta.
Come sua madre è quella che deriva dalla cagna: curiosa di sentiree di sapere, vagola, perlustra; anche se non c’è un’anima, si sgola, e non la calmi né con le minacce, né se t’arrabbi e le fracassi i denti con un sasso, né a furia di blandizie, neppure stando in casa d’altri: insiste quell’eterno latrato senza scopo.
Una gli dèi la fecero di terra e la diedero all’uomo: minorata, non ha idea né di bene né di male. Una cosa la sa: mangiare. E basta. Se Dio manda un dannato inverno, bubbola, ma lo sgabello al fuoco non l’accosta.
Viene dal mare un’altra, e ha due nature opposte: un giorno ride, tutta allegra, sì che a vederla in casa uno l’ammira("non c’è al mondo una donna più simpatica, non c’è donna migliore"). Un altro giorno non la sopporti neppure a vederla o ad andarle vicino: fa la pazza, e che s’accosta, guai! Pare la cagna coi cuccioli, implacabile: scoraggia nemici e amici alla stessa maniera. Come il mare che sta sovente calmo, nell’estate, e sovente in un fragore di cavalloni s’agita e s’infuria. Tale l’umore di una donna simile: anche il mare ha carattere cangiante.
Una viene dall’asina, paziente alle botte. Costretta e strapazzata, il lavoro lo tollera. Se no mangia, rincantucciata, accanto al fuoco; avanti notte, avanti giorno, mangia. Così, come si prende per amante chiunque venga per fare l’amore.
Genìa funesta quella della gatta: non ha nulla di bello o di piacevole, non ha nessuna grazia, nessun fascino. Ninfomane furiosa, sta con uno e finisce col dargli il voltastomaco. E rubacchia ai vicini, e spesso ingoia le offerte prima di sacrificarle.
Nasce dalla cavalla raffinata, tutta criniera, un’altra. Ed ecco, schiva i lavori servili e la fatica, la macina, lo straccio, l’immondizia e la cucina (teme la fuliggine). Anche all’amore si piega per obbligo. Si lava tutto il giorno la sporcizia, due, tre volte, si trucca, si profuma. Sempre pettinatissima la chioma fonda, fluente, ombreggiata di fiori. Una simile donna è uno spettacolo bello per gli altri: per lo sposo un guaio. A meno che non sia principe o re, che di simili cose si compiaccia.
La prole della scimmia: è questo il guaio più grave che da Dio fu dato agli uomini. Bruttezza oscena: va per la città una tal donna e fa ridere tutti. E’ senza collo, si muove a fatica, niente natiche, tutta rinsecchita. Povero chi l’abbraccia, un mostro simile. Ma la sa lunga, ha i modi della scimmia. La gente la deride? Se ne infischia. Certo, bene non fa: non mira ad altro né pensa ad altro tutta la giornata che a far del male, e a farne più che può.
Una viene dall’ape: fortunato chi se la prende. E’ immune da censure lei sola; è fonte di prosperità; invecchia col marito in un amore mutuo; è madre di figli illustri e belli. E si distingue fra tutte le donne, circonfusa di un fascino divino. Non le piace di stare con le amiche se l’argomento dei discorsi è il sesso. Fra le donne che Dio largisce agli uomini ecco qui le più sagge, le migliori.
Dal VII secolo a.C. al 2007.
Perché nessuno ci cataloghi, come animali, elementi o oggetti. Perché nessuno ci faccia sentire tali.
4 commenti:
"Il biasimo delle donne" di Semonide! Ricordo quando lo lesse in classe, ridacchiando, il mio prof. di greco chiedendo a noi ragazze se ci sentivamo più api o cavalle!
Che l'8 marzo ricordi che tante cose sono cambiate e che tante devono ancora cambiare...
Sì ma tanto tra tutte le donne solo una è perfetta!!!
un bacio!
oddio ma era una satira!
ferma restando la sostanziale misoginia della cultura greca, Semonide faceva dell'ironia - se non sbaglio era un poeta giambico, era proprio di quel genere lirico il carattere aggressivo e sarcastico.
ora non è che dobbiamo per forza essere tutti politically correct: alla fine sarà capitato anche a te di catalogare un uomo come un maiale, o di dire "non è proprio una volpe" riferendoti a qualcuno non proprio brillante.
Insomma, non si può sempre prendere tutto alla lettera santi numi, e meno male che siamo giovani!
a.
Visto che siamo giovani cosa vuol dire "prendere spunto" da qualcosa in particolare per fare una riflessione più generale?
Posta un commento